Vogliamo un’Europa di pace e non di interventi militari
da www.marioskosma.com | Traduzione di Marx21.it
Dichiarazione di Georgos Loucaides, portavoce di AKEL (Partito Progressista del Popolo Lavoratore)
Il ministro degli Esteri è seccato perché AKEL definisce lo spiegamento di una grande forza militare dell’Unione Europea nella Repubblica Centrafricana un “intervento militare” e non un’ “operazione militare”.
Indipendentemente dalla definizione, né il ministro degli Esteri né l’UE possono convincere che non è a causa di interessi geopolitici ed economici che è stato avviato questo intervento/operazione. I loro argomenti circa un presunto impegno “per riportare la pace internazionale” e “per prevenire un genocidio”, come in altri casi precedenti in merito al “ripristino della democrazia” e al “monitoraggio delle armi di distruzione di massa”, non sono convincenti.
AKEL, pur riconoscendo l’esistenza di un serio problema umanitario nella Repubblica Centrafricana, allo stesso tempo è in disaccordo con la “terapia” che è stata imposta, dal momento che l’esperienza ha dimostrato che essa produce gli effetti contrari a quelli previsti. Purtroppo, questo tipo di “terapia” è stato usato frequentemente per fornire copertura alla partecipazione dell’UE e di altre potenze negli attacchi aggressivi di guerra e nelle operazioni per destabilizzare stati e governi eletti. A Cipro, in particolare, dobbiamo essere ancora più attenti nell’utilizzo della dottrina dubbia in termini di legalità dell’ “intervento umanitario”, che anche la Turchia ha invocato per invadere la nostra isola.
Se l’UE e i suoi stati-guida avessero avuto sinceramente la stessa sensibilità in merito al diritto internazionale e alla pace, avremmo assistito alla stessa determinazione in altri casi, anche per quanto riguarda l’occupazione turca di Cipro. La verità però è completamente diversa. E’ la ricchezza di minerali dell’Africa da lungo tempo sofferente che sta causando conflitti e spargimenti di sangue, ed è questa ricchezza che attrae gli interessi delle élite dominanti economiche e politiche europee.
Forse l’Unione Europea, prima di inviare truppe a migliaia di chilometri al di fuori dei propri confini, dovrebbe pensare a lavorare per prevenire la sofferenza dei popoli della stessa Europa derivante dalla povertà, dalla disoccupazione e dalla miseria. Quali vantaggi specifici hanno ricavato i popoli d’Europa dai cinque interventi militari attuati dall’UE, e dagli altri cinque che sono ancora in corso nei Balcani e in Africa? Che interesse hanno Cipro e il suo popolo a inviare un ufficiale della Guardia Nazionale a Larissa in Grecia, dove si trova il quartier generale dell’intervento militare dell’UE?
AKEL e il Gruppo della Sinistra (GUE/NGL) al parlamento europeo stanno lottando per la smilitarizzazione della politica estera dell’UE, per lo sganciamento dell’UE dalla NATO e la revisione delle relazioni UE-USA. Chiediamo la riduzione delle spese militari, la cessazione delle operazioni militari dell’UE, il ritiro di tutte le basi militari straniere e delle armi nucleari dal suolo europeo.
Quando i ciprioti andranno a votare domenica prossima, voteranno anche su questo quesito riguardante la politica estera dell’UE: Vogliamo “più Europa” delle guerre, degli interventi, della NATO, dell’industria di guerra e della corsa agli armamenti? O dobbiamo affermare un’altra Europa, un’Europa dei Popoli e della Pace, con una politica estera basata sulla solidarietà, il diritto internazionale e l’amicizia tra i popoli?
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