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Contributo del AKEL – Incontro Comunista Europeo 2013

 

“Il ruolo dei partiti comunisti e operai d’Europa per rafforzare la lotta della classe operaia e degli strati popolari contro la UE e la strategia del capitale, per una via d’uscita popolare dalla crisi del capitalismo, per il rovesciamento del capitalismo, per il socialismo”.

Bruxelles, 30 Sett/1 Ott 2013

A nome del CC di AKEL accolgo con favore l’odierno incontro organizzato su iniziativa del Partito Comunista di Grecia. Il movimento comunista ha bisogno di queste iniziative a tutti i livelli, al fine di valutare l’esperienza che i nostri partiti hanno accumulato, per studiare le condizioni generali e la situazione dei paesi in cui ciascun partito opera separatamente e anche per scambiare opinioni sul modo di rafforzare la nostra lotta.

La crisi del capitalismo è generale: tutti i dati socio-economici lo dimostrano. Di recente la rivista “Forbes” stima che il gruppo dei più ricchi uomini d’affari del mondo, a cinque anni dallo scoppio della crisi, si sono ripresi tutto ciò che avevano perso. Nel contempo, i principali 400 magnati americani hanno accumulato ricchezza pari al prodotto interno lordo della Russia, un paese con una popolazione di oltre 143 milioni di abitanti.

La denuncia delle reali cause della crisi, anche contro la vulgata diffusa dai mass media, è il nostro obiettivo primario. La realtà è che il mito della libera concorrenza è crollato. Sulle sue rovine, troneggiano i gruppi monopolistici più potenti, mentre i piccoli e medi gruppi affaristici chiudono a ritmo accelerato. La recessione, alimentata anche dalle politiche attuate, prosegue mentre l’eventuale ripresa è, naturalmente, ripartita in modo diseguale. Invece, l’unica variabile in stabile crescita è costituita dalle riserve dei disoccupati e sottoccupati. La crisi è destinata ad approfondirsi e peggiorare, nel senso che i monopoli sono ancora in più forte crescita, mentre quegli stati che sono dominanti nei rapporti di forza internazionali impongono i propri interessi e le proprie politiche sugli stati dipendenti.

La classe dominante, i centri di canalizzazione del pensiero dominante, i think tanks e anche la stessa Unione europea sono d’accordo su molte questioni. E in questo accordo c’è un elemento a nostro parere prevalente, quello che la rivista “Forbes” ha indicato nel febbraio del 2012: “La crisi del capitalismo è una crisi di mancanza di capitalismo”.

E’ per questa ragione che le decisioni a livello dell’UE, dell’implementazione di tali decisioni nei programmi approvati dai governi dell’UE, costituiscono nient’altro che un attacco generalizzato contro il popolo, attacco che nelle diverse declinazioni conserva un carattere uniforme. La rivelazione attendibile del carattere e delle politiche dell’Unione europea e della zona euro, attraverso la divulgazione della sostanza delle decisioni e delle politiche perseguite, proverà prima o poi la correttezza delle nostre valutazioni nelle menti delle persone. Nel periodo che ci separa dalle prossime elezioni europee di maggio, gli strati popolari, le PMI, le donne, i giovani e i pensionati avvertiranno in modo ancora più tangibile le conseguenze delle politiche dell’Unione europea, del Trattato di Lisbona, della concorrenza sfrenata, dell’ulteriore approfondimento delle relazioni con la NATO e della militarizzazione, del cosiddetto governo unico attraverso la rigorosa applicazione del Patto di stabilità.

E’ nostro dovere operare in modo che le persone siano in grado di discernere ancora più chiaramente come la decisione di subordinare i bilanci nazionali degli Stati membri alla direzione di Bruxelles sia stata applicata nella pratica. Occorrere aiutare le persone a considerare la cosiddetta regola d’oro dell’avanzo di bilancio come un attacco all’educazione e alla salute, favorevole alle privatizzazioni.

Attraverso l’accordo “Euro Plus” o la precedente strategia di Lisbona, è stata concordata, con tutti i mezzi, l’imposizione della riduzione del costo del lavoro. Le classi lavoratrici e anche i piccoli commercianti, stanno vivendo in modo violento e sistematico questo attacco. Queste sono le politiche frutto di “più capitalismo”, del capitalismo monopolistico, che stanno portando alla povertà diffusa. Ovviamente la vera soluzione non è il ritorno a un capitalismo “soft”. Questa opzione viene respinta in primo luogo da parte delle forze del sistema, dal sistema stesso e per la sua stessa natura. La vera scelta storica dell’umanità è il socialismo.

Cari compagni,

La strada è ovviamente complessa e difficile. La posizione di AKEL è che le condizioni specifiche di ciascun paese richiedono tattiche, l’organizzazione della resistenza, la creazione di alleanze sociali e popolari con associazioni e organizzazioni, l’unità d’azione sotto la guida, la migliore possibile, del partito politico. Inoltre, occorre utilizzare efficacemente le forze politiche patriottiche. A nostro giudizio la resistenza, la lotta organizzata diretta esplicitamente contro l’attacco ai diritti dei lavoratori, contro la limitazione delle libertà fondamentali e i rappresenti politici che li estendono, sono elementi essenziali per rafforzare la nostra posizione e anche la via per attuare la nostra ideologia.

Inoltre, riteniamo che la lotta per riconquistare i diritti che i lavoratori stanno perdendo, la nostra feroce e ben documentata opposizione alla privatizzazione delle aziende pubbliche e la mercificazione dei beni e dei servizi, non significa che scegliamo il sistema ma semplicemente che lottiamo per salvaguardare uno standard di vita elementare. L’interconnessione di questa lotta con la crisi capitalista e le sue cause reali e l’esternazione di rivendicazioni che riguardano la natura stessa del sistema di sfruttamento, consentono di acquisire una coscienza capace di sfidare l’arsenale ideologico dei sostenitori del sistema capitalista. Denunciare il ruolo del Patto di stabilità, dello stesso Trattato della UE, spiegare la realtà con un approccio di classe, contribuisce a invertire la tendenza e a conquistare i cuori e le menti in favore delle forze del socialismo. Il confronto con la socialdemocrazia che ha conservato e rafforzato il sistema economico di sfruttamento e aspira a perpetuare esattamente lo stesso ruolo oggi, anche se indebolita dalla sua completa identificazione con la destra, è sicuramente fondamentale.

Compagni,

Dinnanzi a noi si affaccia prepotentemente il fantasma del nazi-fascismo, a prescindere dalle eventuali dimensioni del fenomeno in ciascun paese. Le pastoie del sistema e la politica di facilitare e tollerare questi movimenti fanno fermentare i frutti velenosi del fascismo. I comunisti sono combattenti coerenti nella lotta contro il fascismo e il neonazismo. Sono incrollabili oppositori del tentativo scientifico di equiparare il fascismo con la nostra ideologia, un tentativo realizzato con la partecipazione dell’UE.

E, naturalmente, alta tra le nostre priorità è la questione della lotta contro la militarizzazione e la guerra. Soprattutto i pericoli nell’area del Medio Oriente e del Mediterraneo orientale, che ci riguardano da vicino, perché una parte di Cipro continua a essere sotto occupazione turca. Per non sottrarre tempo, qui ribadisco la nostra posizione già espressa contro le guerre e gli interventi imperialisti.

Chiudo con due annotazioni. In relazione alle elezioni del 2014 per il Parlamento europeo, la posizione di AKEL è di sostenere e migliorare il gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo e lottare per un maggior rispetto del suo carattere confederale. In secondo luogo, esprimiamo la speranza che la prossima riunione dei Partiti Comunisti e Operai a Lisbona saprà tracciare un percorso per l’ulteriore rafforzamento della nostra azione e della nostra cooperazione, indicare le attività comuni, contribuire in modo sostanziale alla lotta al fianco del lavoro classe.

Esprimiamo la nostra solidarietà con i Partiti presenti per le lotte condotte a favore dei loro popoli.

* membro del CC del Partito Progressista dei Lavoratori di Cipro (AKEL)

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