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Euro e Unione Economica e Monetaria. Vincoli e rotture.

Intervento di Stavros Evagorou dell’Ufficio Politico di AKEL (Partito Progressista del Popolo Lavoratore di Cipro) al seminario organizzato dal Partito Comunista Portoghese e dal GUE

da solidnet.org
Traduzione di Franco Tomassoni per Marx21.it

ppl stavros A nome del CC di AKEl vorrei ringraziare il PCP per l’invito e la scelta di discutere relativamente alle possibili alternative e alla situazione istituzionale e reale dell’Unione Economica e Monetaria. Il nostro partito conosce bene la lotta condotta dal PCP e dal movimento dei lavoratori in Portogallo.  Non solo ne apprezziamo il contributo di portata storica, ma anche il contributo attuale alle lotte del popolo portoghese. Inoltre AKEL apprezza l’approccio teorico del PCP al contesto internazionale, ai problemi attuali della società, e più precisamente a quelli della classe lavoratrice dentro l’Unione Europea e nella Zona Euro.

La prima questione su cui voglio informarvi è relativa alla situazione economica e sociale a Cipro a partire dall’inizio della crisi e dall’elezione del governo di destra che ha firmato il Memorandum con l’UE e l’FMI.
Stiamo parlando della più profonda crisi e catastrofe economica della storia della nostra patria, accompagnata da una crescente dipendenza di Cipro dai suoi creditori stranieri.

Il taso di crescita del PIL cipriota è passato dal +3.6% nel 2008 a -2.3% nel 2014. Solo negli ultimi due anni 5000 micro imprese che davano lavoro a fino 9 lavoratori sono fallite e dallo scoppio della crisi 7.000 imprese hanno chiuso. Il potere di acquisto, in relazione al PIL, è diminuito fino a livelli inferiori a quelli del 2000. La frazione di ricchezza prodotta dai lavoratori nel 2014 si è ridotta a livelli inferiori di quelli del 2006. Mentre la ricchezza prodotta dai lavoratori nell’UE è del 48%, a Cipro è del 37%, ed in Portogallo, che attraversa una grave crisi sociale, è del 44%. Approssimativamente un cipriota su tre, il 28% della popolazione, vive in condizioni di povertà.

Il governo cipriota ha ripetutamente affermato che il Memorandum firmato con la Troika costituisce il proprio manifesto. Il governo si identifica in queste politiche, e ha assunto l’impegno per la privatizzazione delle compagnie semi-governative di elettricità, telecomunicazioni e portuali. Inoltre il governo ha firmato l’impegno con la Troika per l’approvazione di una legge che per rendere le Banche sostenibili finanziariamente che condurrà al fallimento di varie imprese e allo sfratto di varie famiglie data l’incapacità di pagare i muti.

Sono gli interessi monopolisti internazionali e nazionali a cui saranno lasciate le proprietà del popolo cipriota, a prezzi risibili, così come dell’economia nazionale. Saranno sempre questi interessi monopolisti a beneficiare delle privatizzazioni.

AKEl insieme ad un movimento popolare più ampio si è opposto sin dall’inizio a questo memorandum e alla sua filosofia di fondo, così come alle politiche del governo di destra che stanno distruggendo le prospettive dei lavoratori ciprioti, della classe media, delle PME e la prospettiva di recupero per l’economia nazionale.

Il secondo aspetto che vorrei trattare è relativo alla situazione internazionale della Zona Euro oggi.

I circoli dirigenti dell’UE stanno utilizzando la crisi economica per legittimare, attraverso l’Europa, numerose misure economiche permanenti in conformità con il cosiddetto governo economico unico. L’integrazione ed il rafforzamento della zona Euro è basata sulla crescente centralizzazione dei centri decisionali preposti alle scelte economiche degli Stati Membri, nel direttorio di Bruxelles. Con il patto di stabilità gli Stati Membri sono obbligati a mantenere surplus di bilancio. Si considera che un bilancio statale possa avere surplus con un deficit inferiore allo 0.5%.

Con il “Six-Pack” ed il semestre europeo, le regole di monitoraggio e controllo si sono ristrette. Ciò rappresenta un cambiamento delle regole comuni in materia di bilanci nazionali, che saranno monitorati e valutati da organizzazioni presunte indipendenti – imprese private.

La pressione per la definizione di regole più strette per la revisione fiscale, si è trasformata in una seconda verifica e crea una vigilanza rafforzata degli Stati Membri della zona euro che stanno affrontando difficoltà economiche. Gli Stati membri saranno soggetti al Programma di Copertura Ampio. Un qualsiasi Stato sarà soggetto a questo programma finché non avrà pagato il 75% del proprio debito. Con la cosiddetta unione bancaria guidata dalla BCE, la filosofia e la forza dei monopoli tedeschi si fa ancora più evidente. Solo i più forti sopravviveranno, e conseguentemente si avranno processi di ristrutturazione e dissoluzione di gruppi bancari.

Per noi le conclusioni da tirare relativamente a queste recenti riforme reazionarie sono ovvie: queste decisioni sono state prese per intensificare, attraverso cambiamenti istituzionali e strutturali, l’assalto degli interessi monopolistici allo Stato (al pubblico), alle PME e ai lavoratori. Cipro ha già sofferto molto e oggi la situazione si sta deteriorando ulteriormente.

Inoltre l’integrazione europea rappresenta la cessione di sovranità e competenze popolari a livello europeo. I settori e le aree che soffrono di più di questa cessione di sovranità sono le aree economiche e finanziarie, che riducono le manovre autonome di ogni singolo Stato.

Il terzo tema di discussione che vorrei sottoporre riguarda la riflessione relativa alle possibili uscite dalla crisi della zona euro. AKEL negli ultimi due anni ha elaborato una proposta dettagliata che è stata respinta dal governo cipriota.

La nostra proposta prevede un’uscita orientata dalla Zona Euro, accompagnata da altre misure parallele, per fare si che si creino le precondizioni per una crescita economica, dopo questo periodo segnato dagli aggiustamenti bancari e dalle politiche di austerità imposte dal memorandum. Nonostante questa proposta AKEL, nel contesto di una riflessione che ha coinvolto tutto il popolo cipriota, ha formulato proposte supplementari per il miglioramento della condizione di vita dei ciprioti. Tra queste varie proposte ve ne è una contro lo sfratto delle famiglie dalle residenze, e contro il fallimento delle imprese con un valore inferiore ai 350mila euro. Inoltre sono state proposte misure contro la liberalizzazione dell’orario di lavoro delle attività commerciali, così come altre misure per la riduzione del costo degli affitti. La nostra lotta è  indirizzata contro ogni privatizzazione delle imprese e delle proprietà dello Stato. Questa lotta ha l’appoggio di una ampia base di organizzazioni e sindacati.

Continueremo su questa strada di rottura con la logica del Memorandum. Il fatto che Cipro e altri Paesi che sono sottomessi a questa logica escano dal Memorandum è per noi una delle maggiori disillusioni. Tutti i memorandum hanno una data ufficiale di scadenza. Durano alcuni anni e a seguire esistono meccanismi di monitoraggio stabiliti dai creditori affinché il debito venga pagato tramite l’imposizione e la perpetuazione di queste politiche.

Oltre queste, esistono altre decisioni dell’UE, come quelle che non permettono di seguire percorsi economici e politici autonomi. L’opzione relativa alla creazione di un nuovo quadro di rapporti di forza tanto interni all’UE, quanto a livello internazionale, per la rottura con queste politiche, è nell’interesse di tutti i popoli. Dato che le conseguenze di queste politiche vanno a danno dei bisogni del popolo, è necessario trovare e lottare per una alternativa.

In conclusione è necessaria la cooperazione internazionale tra le forze comuniste e progressiste. Concordiamo con il PCP sulla necessità di organizzare un fronte ampio per la difesa dei diritti del lavoro, sociali, per l’internazionalizzazione della nostra lotta, come base di interesse comune. Lo scambio di esperienze di lotta può rafforzare le nostre organizzazioni.

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