Avanzata dei comunisti nelle elezioni legislative di Cipro (link)
Il 22 maggio si sono svolte le elezioni legislative a Cipro, per i 56 seggi della Camera dei rappresentanti di questa isola del Mediterraneo che fa parte dell’Unione Europea e dell’area euro.
Le elezioni rappresentavano un difficile banco di prova per la coalizione di governo guidata dai comunisti di AKEL (Partito Progressista del Popolo Lavoratore). I media nazionali e internazionali accreditavano una sconfitta clamorosa di AKEL, a causa soprattutto dei negoziati avviati con le autorità del settore del paese sotto controllo turco, dall’attuale presidente della Repubblica , Dimitris Christofias, per la riunificazione pacifica dell’isola, e una vittoria schiacciante del partito di destra DISY (Raggruppamento democratico), espressione dei settori più retrivi della borghesia cipriota e degli umori nazionalisti più esasperati della comunità greco-cipriota, che avrebbe dovuto assicurargli il pieno controllo del parlamento.
I risultati sono stati una clamorosa smentita delle previsioni della vigilia e dei sondaggi interessati. Certo, DISY è diventato il primo partito di Cipro, ottenendo il 34,28% dei voti (+ 3,76%) e 20 deputati. Tuttavia, AKEL, a dimostrazione del suo profondo radicamento nella società cipriota, della giustezza della sua linea politica, dell’autorevolezza del suo ruolo nell’amministrazione del paese e anche dell’indubbio prestigio dell’attuale presidente della Repubblica comunista (va ricordato che a Cipro vige un regime presidenziale), non solo ha allontanato lo spettro della disfatta, ma ha addirittura rafforzato in modo significativo il risultato del 2006, raggiungendo il 32,67% dei consensi, con un incremento dell’1.36%, e 19 deputati, uno in più rispetto alla tornata elettorale precedente.
Anche l’alleato dei comunisti, il partito di centro-sinistra DIKO, pur perdendo il 2,2% dei consensi e scendendo al 15,76%, ottiene tuttavia i 9 deputati che permettono alla coalizione di mantenere il 50% degli eletti, e verosimilmente garantire la continuazione dell’esperienza di governo.
Tra i partiti minori, i socialdemocratici di EDEK mantengono le loro posizioni con l’8,93%, mentre il cosiddetto Partito Europeo subisce un tracollo a favore della destra, scendendo dal 6% al 3,8%. I verdi non vanno oltre il 2%.
Nel commentare il risultato indubbiamente positivo ottenuto dal partito, il segretario generale di AKEL, Andros Kyprianou ha voluto evidenziare che, mentre nella totalità dei paesi appartenenti all’Unione Europea, le forze di governo, nei tempi recenti, hanno subito sconfitte cocenti, perdendo gran parte della loro forza, a Cipro le cose sono andate ben diversamente, facendo dei comunisti una vera e propria eccezione nel panorama elettorale continentale: “AKEL non solo non è stato spazzato via e neppure ha perso una parte della sua forza, ma al contrario è riuscito in condizioni molto difficili e avverse ad aumentare il suo risultato”.
Kyprianou ha confermato che la risoluzione pacifica della questione cipriota continuerà a rappresentare la priorità nell’iniziativa di AKEL, allo scopo di raggiungere una “soluzione che sia giusta e che miri alla riunificazione dell’isola e del nostro popolo”.
La crisi economica che colpisce duramente Cipro come il resto dei paesi europei sarà sicuramente l’oggetto delle maggiori preoccupazioni dei comunisti, che però, ha continuato Kyprianou, continueranno ad opporsi a qualsiasi piano di austerità imposto dall’esterno e “non accetteranno mai misure che vadano in senso antipopolare”.
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